SE NE VA NICOLA BOCCADUTRI, ICONA DELLA SINISTRA NISSENA

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Si è spento nella notte Nicola Boccadutri, storico dirigente della sinistra nissena, compagno e amico di tante generazioni di militanti, forte e gentile, stroncato da un male incurabile dopo anni di lotta in cui ha combattuto con coraggio e con tutte le sue energie.

Il coraggio di scelte difficili e lo spirito combattente lo hanno accompagnato in tutta la sua esistenza di militante e dirigente politico e sindacale, insieme alla forza tranquilla di chi sa di camminare dalla parte giusta della Storia e non se ne fa vanto, ma sente la responsabilità di compiere un dovere sociale, l’unico che può cambiare la vita, non soltanto la propria, ma quella di tutto un popolo che alla politica si affidava per difendere i propri diritti e la propria dignità.

Nicola Boccadutri apparteneva ad una famiglia illustre della politica siciliana. Suo padre, Calogero, Luziu, era stato tra i fondatori del Partito Comunista in Sicilia, organizzando clandestinamente l’antifascismo durante il ventennio della dittatura, responsabile della mitica “cellula” del PCI, diretta insieme a Pompeo Colajanni, che ha conquistato all’impegno politico un’intera generazione di intellettuali e di lavoratori, per la prima volta chiamati insieme a leggere la società e ad organizzarsi per poterla cambiare, sfidando i pericoli della repressione, del confino e dei processi del Tribunale Speciale.

A quella cellula appartenevano Emanuele Macaluso, Gino Cortese, Rita Bartoli, Gino Giannone, Gaetano Costa, Michele Calà e il giovanissimo Leonardo Sciascia, che di Luziu Boccadutri rimase amico fraterno fino all’ultimo dei suoi giorni, insieme a Elio Vittorini, lo scrittore che venne a Caltanissetta nel maggio 1943, mandato dal centro clandestino del PCI ad incontrare proprio Boccadutri e preparare l’azione politica in vista del crollo della dittatura.

A quella storia importante di costruzione della democrazia e di difesa della libertà Nicola ha sempre sentito di appartenere con tutto se stesso, e ha sentito la responsabilità di onorarla per tutta la vita, conducendo un’esistenza esemplare di impegno, nel partito e nel sindacato, senza cercare privilegi ma sempre accanto ai lavoratori con coerenza e convinzione.

Era nato nell’immediato dopoguerra, e aveva iniziato ad impegnarsi all’inizio degli anni ’60: era la generazione dei “ragazzi con le magliette a strisce” che erano scesi in piazza in tutta Italia contro il Governo Tambroni sostenuto dal MSI per fermare il pericolo di una deriva autoritaria nel Paese.

Militante della FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana) e poi del PCI, segretario della storica Sezione “Gramsci” che organizzava i minatori nisseni, aveva partecipato sin dall’inizio del 1967 alle lotte che avevano visto uniti per la prima volta studenti e operai, anticipo del ’68 e dell’autunno caldo, nella fase cruciale in cui il sistema minerario siciliano, che aveva assicurato per decenni sviluppo e lavoro, veniva smantellato dal potere regionale senza alternative, distruggendo capillarmente un tessuto sociale che aveva costruito la prospettiva economica dell’intero territorio della Sicilia interna.

Ai tempi della “svolta” di Occhetto si era schierato, come tanti a Caltanissetta, contro la trasformazione del PCI, che rinunciava al suo simbolo e al suo nome in nome di una prospettiva neo-liberale di cui Nicola aveva subito intuito i pericoli distruttivi di una identità e di una cultura che avevano costruito la democrazia del nostro paese mantenendo un punto di vista critico rispetto al sistema di potere.

Non aveva accettato quella “mutazione genetica” e aveva scelto, con lacerante sofferenza, di tentare la strada di Rifondazione Comunista, di cui sarebbe diventato dirigente regionale.

Negli anni ha prevalso però il senso di comunità e di condivisione dell’impegno politico con i compagni di una vita e ha scelto di ritornare nello storico circolo “Guido Faletra” che aveva aderito al Partito Democratico. La sua scelta portava il segno della fedeltà ad una idea della politica come esperienza comunitaria, ad una idea gramsciana del partito come intellettuale collettivo, capace di superare gli individualismi e i personalismi e di indicare un orizzonte ampio di speranza e di prospettiva per cui valesse la pena di impegnarsi e di combattere, insieme.

Presidente dell’AUSER e dell’ANPI, negli ultimi anni ha curato la memoria storica delle battaglie sociali, un patrimonio di identità e di cultura politica che non voleva andasse disperso e dimenticato.

Il suo ultimo progetto, di cui mi aveva parlato, voleva che fosse un momento di riflessione su Sciascia antifascista da organizzare come giornata di studio, per illuminare la sostanza autentica dell’impegno degli intellettuali siciliani, al di là delle facili confezioni mediatiche. Lo assumiamo come un impegno da realizzare in sua memoria.

Inchiniamo a Nicola e alla sua esistenza esemplare le bandiere del nostro cuore, dove i valori in cui lui ha creduto esistono ancora e ci tengono vivi nella storia di tutti.

I funerali si svolgeranno mercoledì 28 agosto alle 16,30 presso la parrocchia S. Flavia.

A Giuseppina, compagna di una vita e agli adorati Giovanna e Lillo, l’abbraccio solidale e commosso della redazione.

Foto di Ettore Garozzo

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