Dell’italiano Guadagnuolo sono i primi ritratti innovativi di Papa Leone XIV
Il noto artista italiano Francesco Guadagnuolo ha infuso nuova linfa al concetto di ritrattistica papale,
interpretandola in chiave moderna, anche nell’effige di Papa Leone XIV.
Con il suo primo ritratto, l’artista ha iniziato un linguaggio visivo attraverso un piano di lavoro unico e audace: il “Progetto Trinitario del Volto di Leone XIV“, concepito in occasione della prima Messa di domenica 18 maggio 2025 in Vaticano, con la presenza dei capi di Stato e regnanti da tutto il mondo, dove la dimensione mistica e comunitaria si fonde in un’esperienza di fede e bellezza.
Durante la Messa di intronizzazione, Papa Leone XIV inaugura il suo nuovo Pontificato, l’evento, in cui il contrasto tra luce e ombra simboleggia le sfide moderne e il rinnovamento spirituale, diventando un potente invito a coniugare tradizione e innovazione per una Chiesa unita e resiliente.
La denominazione di Progetto Trinitario intende evocare la sacralità e la stratificazione simbolica dell’opera del M° Francesco Guadagnuolo. Il Volto del Papa rimanda alla dimensione trascendente e rivelatrice dell’immagine, dove l’essenza ‘Trina’ sottolinea la tripartizione – Padre, Figlio e Spirito Santo –
che l’opera intende incarnare, integrando il concetto di Trinità in un’unica, potente manifestazione estetica.
Questo progetto si struttura in tre opere dal titolo evocativo e simbolico, ciascuna dedicata a una delle
dimensioni della Trinità, per trasmettere un messaggio profondo di fede, innovazione e rinnovamento nell’Era digitale.
Nel primo dipinto, intitolato “Padre“, Papa Leone XIV si erge come simbolo della creazione, della potenza e della protezione. In quest’opera, Guadagnuolo mette in risalto l’autorità e la guida spirituale del Pontefice, richiamando la forza primordiale e la stabilità dell’originario principio creativo. La scelta di immortalare il volto del Papa in questo momento storico sottolinea come l’arte possa essere veicolo di speranza e cambiamento, instaurando un dialogo vibrante tra tradizione e modernità.
Il secondo ritratto, “Figlio“, assume un carattere intriso di redenzione, compassione e amore. Con un uso sapiente dei colori e delle sfumature, l’artista evidenzia la profonda empatia e la dedizione al servizio degli altri che contraddistinguono il nuovo Pontificato. In questa rappresentazione, la figura del Papa viene
elevata, oltre la mera iconografia, abbracciando una dimensione umana ed emotiva. Il quadro stimola una
riflessione sul ruolo del Pontefice come emblema di un percorso di rinnovamento e di impegno sociale.
Infine, in “Spirito Santo“, emerge una visione di saggezza, guida e illuminazione.
Con questo progetto trinitario, ispirato in un’atmosfera solenne come quella della prima Messa di domenica 18 maggio 2025, Guadagnuolo rinnova il ritratto canonico di Papa Leone XIV, trasformando il volto del Pontefice in un simbolo di fede, arte e rinnovamento, stimolando un dialogo ricco fra fede e modernità, invitando lo spettatore a cogliere le molteplici dimensioni della spiritualità in un mondo in continua evoluzione.
Il secondo ritratto è intitolato: “Pace Digitale, il Nuovo Pontificato tra Innovazione e Solidarietà”.
Guadagnuolo trasforma il ritratto di Papa Leone XIV in un programma visivo del nuovo Pontificato. In
quest’opera, il viso del Papa diventa simbolo di speranza e chiarezza, simboleggiando la missione
conciliatrice della Chiesa in un mondo segnato da contrasti e sfide sociali. Il gioco di luci e ombre –
luminosità che evoca speranza e zone d’ombra che richiamano le difficoltà contemporanee – rappresenta il
percorso tra il patrimonio storico della Chiesa e le dinamiche della digitalizzazione.
Il trattamento cromatico, con la fusione di tonalità calde e fredde, sottolinea l’incontro fra tradizione e progresso; elementi astratti che rimandano a circuiti digitali evidenziano l’impegno del Pontefice nell’adottare la tecnologia come strumento di inclusione e comunicazione innovativa.
Le pennellate dinamiche e la composizione fluida invitano a riflettere sul ruolo perenne della fede nella gestione delle crisi attuali, facendo del dipinto un ponte tra il passato (rappresentato da Leone XIII e le sfide
dell’industrializzazione) e un futuro digitale orientato alla Pace e alla giustizia.
L’opera si propone come un invito a leggere la sinergia tra spiritualità e innovazione, dimostrando come la tradizione possa dialogare con il progresso per ispirare una società più giusta, inclusiva e pacifica.